Coppia di pinnacoli
Italia Settentrionale, metà secolo XIX
Marmo botticino scolpito
cm 84 di altezza x 45 x 45
Stato di conservazione: alcune fessurazioni visibili e varie piccole lacune.
I due elementi architettonici gemelli di marmo botticino scolpito hanno basamento quadrangolare da cui si diparte un piede a calice sopra il quale un rigonfiamento tondo e baccellato sostiene a sua volta una grande pigna. Questa costituisce la decorazione principale, ma gli altri dettagli ornamentali la valorizzano e la abbelliscono, esaltandone la posizione dominante, sia che si osservi da lontano, sia da vicino.
Queste caratteristiche estetiche fanno supporre che all’origine la coppia di pinnacoli fosse collocata su colonne o su plinti architettonici, forse ai lati di un cancello o di uno scalone di palazzo nobiliare di una certa rilevanza; o come elemento decorativo lungo un viale di qualche giardino, come ad esempio a Villa Piaggio a Genova, dove le pigne sono disposte lungo il viale di accesso del parco.
L’utilizzo della pigna come decorazione architettonica ha origini antiche e trova derivazione da una complessa simbologia che, dalla rappresentazione della divinità in senso lato, assume via via un significato più specifico di fertilità - legata alla forma fallica - e quindi di nascita e rinascita dopo la morte.
Presente in molte culture antiche di tutto il mondo, la pigna trova impiego non solo in architettura, ma anche in altri ambiti decorativi e diviene, nel tempo, simbolo esoterico legato alla ghiandola pineale, riconosciuta come sede dell’anima e quindi come massimo grado dell’illuminazione spirituale.
In quest’accezione l’impiego architettonico della pigna sia sulle porte, sia sul colmo del tetto o ai lati delle cancellate e degli scaloni delle ville patrizie, riveste un evidente significato di buon auspicio.
Le opere qui presentate sono realizzate in marmo botticino, una roccia metamorfica di era mesozoica.
Le cave sono ubicate in provincia di Brescia e la varietà più nota di questa pietra proviene da quella di Botticino: ha un colore chiaro e caratteristiche inclusioni organiche e inorganiche che ne determinano la composizione omogenea, compatta e a basso livello di porosità. Tutto ciò ne ha favorito l’impiego nella creazione di elementi decorativi da esterno di grande pregio, fino dall’epoca romana, come bene testimonia il Capitolium della città di Brescia.
Durante il periodo rinascimentale, sebbene le prime notizie certe sull’estrazione di questo marmo risalgano alla fine del Cinquecento, si ha notizia dell’esistenza di “maestri cavatori” già alla fine del Quattrocento. Nel XVIII secolo l’estrazione diviene professionale e aumenta la richiesta di questo prodotto per l’impiego nelle grandi opere architettoniche e nei palazzi nobiliari.