"Vaso di fiori con ciliegie" Médard Verburgh 1918 Olio su tela cm 65 x 78
Certificato di autenticità.
Medard Verburgh ( Roulers, Belgio 1886- Uccle, Belgio 1957)
Firmato in basso a destra : m. verburgh
Datato 1918
«Vaso di fiori con ciliegie »
olio su tela (cm 65 x 78)
Erede della grande pittura fiamminga del seicento e del settecento, Médard Verburgh conservò il genio dell’osservazione, la gioia del colore e l’amore per la materia proponendo una pittura realista a volte brutale ma quanto potente!
Egli seppe imporsi con un modo di dipingere sincero e semplice, espressione intensa delle immagini che percepiva della vita, considerando il ritmo delle forme uno degli elementi essenziali della sua ricerca.
Robert de Bendère scrisse:
« Dans son atelier vaste et simple, le peintre élabore sans hâte, ne cherchant nullement à séduire par des oeuvres confectionnées en série ni des essais d’une valeur commerciale. Que ce soit un nu, une nature morte, un paysage ou une figure, il reste le coloriste vivant, profond, sincère et curieux capable de nous donner des oeuvres émouvantes et réelles. »
Pittore, acquarellista, disegnatore ed incisore , si formò dapprima all'Accademia di Roulers sotto la guida di G.Pieters e G.Vallays (1905-1907), poi alla Accademia di Bruxelles con Constant Montald (1907-1911).
Nel 1910, a soli 24 anni, Verburgh partecipò alla Mostra d’Arte Belga nell’ambito della Esposizione Universale di Bruxelles al « Palais du Cinquantenaire ».
In quel periodo, frequentava « l’Atelier libre de l’Effort », un circolo artistico effervescente dove dei giovani pittori anticonformisti cercavano di trovare un linguaggio nuovo per rigenerare l’arte. In tale contesto , Verburgh conobbe Auguste Oleffe che lo incitò a dipingere liberamente seguendo il proprio istinto. L’artista prese coscienza del potere autonomo del colore e sperimentò l’assenza del contorno realista.
Tale percorso fu alla base della ricerca dei « Fauvistes brabançons ».
Verburgh passò quindi da uno stile neoimpressionista che caratterizzò le sue prime opere come « La Gare du Luxembourg sous la neige » ad una pittura basata sulle forme plastiche, la potenza della linea e il valore architettonico del colore.
Intorno al 1910, dopo aver ottenuto il “Prix Godecharle”, Verburgh visitò l’Italia dalla quale riportò numerosi schizzi che dimostrano chiaramente la forte personalità dell’artista.Egli dipinse il nostro bel paese da vigoroso fiammingo superando il mero aspetto estetico del paesaggio per restituire dei quadri dall’anima sensuale e profonda.
Le sue “Impressions d’Italie”furono notate alla Triennale del 1910.
L’esposizione di un insieme delle sue opere alle “Galeries Barbazanges” di Parigi fu l’occasione per mettere in evidenza il suo talento e la sua sensibilità.
La critica francese accolse con fervore i suoi quadri , apprezzando soprattutto il colore caldo e vibrante dei suoi paesaggi e delle sue nature morte.
“Nous voyons combien l’artiste est savant dans la mise en page , combien il sait traduire ce côté humain de la “nature morte” et combien il atteint souvent la plénitude et parfois l’oeuvre maîtresse, tout en restant sincère avec son raisonnement.”
Dal 1922 al 1927, soggiornò ad Ostenda dove frequentò J.Ensor e C. Permeke.
Dal 1929 al 1931, egli abitò a New York , poi ad Ibiza e nelle Isole Baleari.
Nel 1932, le opere che realizzò in America e in Spagna furono presentate in una mostra organizzata dalla famosa Galerie Georges Giroux di Bruxelles.
Nel 1948, tornò definitivamente a Bruxelles dove partecipò a diverse esposizioni del Cercle Artistique .
L’artista morì nel 1957 all’età di 71 anni.
La retrospettiva organizzata dal Museo d’Ixelles nel 1968 e numerosi altri omaggi all’artista dimostrano la grandezza della sua arte.
Il critico Stéphane Rey scrisse :
« L’artiste s’est toujours gardé des outrances de l’imagination et des excès de la matière. C’est un sage, un sensible, un réfléchi. Son ton est mesuré, il est simple, sans brio tapageur et il aime la belle lumière claire qui caresse les choses ».
Robert de Bendère concluse la monografia dell’artista scrivendo:
“Médard Verburgh restera dans les annales de l’art flamand comme un peintre d’élite, un talent particulièrement doué qui a contribué pour une très large part à la personnalité de notre art en Europe.”
Descrizione :
Il dipinto qui descritto raffigura un imponente vaso di fiori posto sopra ad un vassoio accanto a delle ciliegie.
La straordinaria potenza espressiva della natura morta deriva dal colore, steso a dense pennellate in certi punti, raso tela in altri, attraverso il quale l’artista crea degli arditi accostamenti che si esaltano reciprocamente.
Al centro del quadro, il bianco materico del vaso richiamato dalle candide margherite e dalla collana di perle illumina l’intera composizione rafforzando
ulteriormente l’impatto visivo della scena.
Musei e Collezioni pubbliche :
Musées royaux des Beaux-Arts de Bruxelles,
Crédit Communal de Belgique,
Caisse Générale d’Epargne et de Retraite,
Musée Communal des Beaux-Arts d’Ixelles,
The New York, Buffalo, The Brooklyn Museum –New York,
Indianapolis Museum of Art-Indianapolis,
Consell Insular de Mallorca,
Fundación Bartolomé March Servera , Palma de Majorque.
Bibliografia :
Serge Goyens de Heusch
« Médard Verburgh 1886-1957 »
Ed.Lannoo,Tielt,1994.
Robert de Bendère
« Médard Verburgh »
Les Editions d’Art. Jos Vermaut , Paris.(ca1920)
E.Bénézit
« Dictionnaire des peintres,sculpteurs, dessinateurs et graveurs »
Ed.Grund vol.10( p.444 )
Serge Goyens de Heusch
"L'impressionisme et le Fauvisme en Belgique"
Ed.Fonds Mercator Albin Michel (p.316,331,341,346,351,364,386,398,406,416,417,433,442,444)
Paul Piron
« Dictionnaire des Artistes Plasticiens de Belgique des XIX et XX siècles »
Ed. Art in Belgium Vol.2 (p.716)
ARTO
" Dictionnaire Biographique Arts Plastiques en Belgique "
(p.442,445)
Stato di conservazione : ottimo