Francesco Guardi (Venezia 1712 - 1793) "Madonna con il Bambino e Sant'Antonio" olio su tela.
Dimensioni: cm 93,5x70,5
Autentica del Prof. Dario Succi
Questa toccante composizione, pervasa dal compassionevole gesto di Maria che posa il braccio consolatorio sulle spalle di Sant'Antonio assorto nella contemplazione del Bambino, è opera inedita di FRANCESCO GUARDI (Venezia 1712 - 1793), l'ultimo e insuperabile interprete della grande stagione pittorica del Settecento veneziano.
Francesco nacque a Venezia il 15 ottobre 1712 da Domenico Guardi e da Maria Claudia Pichler, genitori di altri cinque figli, tra cui due pittori, Gianantonio (1699-1760) e Nicolò (1715-1786). Originaria del paese di Mastellina in Val di Sole (Trentino), la famiglia Guardi aveva ottenuto nel 1643 da Ferdinando III d'Austria, il riconoscimento del titolo nobiliare con il diritto di fregiarsi dello stemma. Verso il 1700, dopo aver studiato pittura a Vienna, Domenico Guardi si trasferì a Venezia dove entrò al servizio della famiglia Giovanelli. operando per lo più come copista di opere antiche. Alla sua morte (1716), il primogenito Gianantonio, appena diciassettenne, subentrò nella direzione della bottega continuando l'attività di riproduzione del padre, dapprima al servizio dei Giovanelli e poi, dal 1730 circa, del feldmaresciallo Matthias von der Schulenburg, dal quale ricevette un regolare stipendio mensile fino al 1745. Nella seconda metà degli anni venti Francesco iniziò ad affiancare Gianantonio e il suo esordio come copista al servizio dei Giovanelli è confermato da una postilla del testamento di Giovanni Benedetto Giovanelli (15 dicembre 1731) nella quale si accenna a un lascito relativo a "copie de' Quadri [...] fatte dalli fratelli Guardi". Negli anni trenta e quaranta Francesco continuò a collaborare con il fratello Gianantonio cimentandosi in dipinti di figura, anche se quasi certamente nel quinto decennio iniziò a sperimentare la pittura di veduta, genere nel quale esordì verso la metà degli anni cinquanta aderendo alla lezione prospettica, cromatica e luministica di Canaletto. In seguito l'artista trovò una personale e inimitabile formula espressiva in dipinti che spiccano per l'originalità dei tagli vedutistici e, con la scomparsa di Canaletto (1768), Francesco Guardi non ebbe più rivali divenendo il vedutista veneziano più ricercato dai collezionisti e dai conoscitori di tutta Europa. Nonostante l'indole artistica, indiscutibilmente più congeniale alla pittura di veduta, Francesco nel corso della sua lunga carriera non mancò di ritornare episodicamente alla pittura di figura praticata agli esordi realizzando sia opere di piccole dimensioni destinate alla devozione familiare, che composizioni più complesse tratte da episodi biblici ed evangelici, nonché scene riferite ad eventi della storia romana.
La prima produzione di figura di Francesco è documentata soltanto nel 1738 quando dipinse le lunette raffiguranti L'apparizione dell'Angelo a San Francesco e la Lavanda dei piedi, collocate il 14 ottobre 1738 nella sagrestia della chiesa di Santa Maria Assunta di Vigo di Ton. Da questi dipinti trapela il linguaggio espressivo del pittore discendente da una tradizione di contornare le forme con una scrittura spigolosa che, ignota a Venezia, si riallaccia allo stile barocco gotico dell'ambiente artistico trentino.
Iconograficamente il volto e l'espressione di Maria del dipinto qui considerato possono essere comparati con alcune prove grafiche come la Madonna con il Bambino e Angeli (fig. 1) del Metropolitan Museum di New York, ritenuta da Morassi quale prova del periodo giovanile (Guardi. I disegni, Venezia 1973, n. 134, fig. 140) o dei poco più tardi Studi per la testa della Vergine (fig. 2) della collezione Springell (Morassi 1973, n. 133, fig. 134).
Il confronto stilistico più pertinente è quello con L'Addolorata (fig. 3) di collezione privata ritenuta da Morassi "opera piuttosto giovanile" (Morassi, Guardi. I dipinti, Venezia 1973, n. 199, fig. 217). Come nell'opera qui esaminata i contorni marcati e la sostanza cromatica densa e compatta consentono una datazione agli anni quaranta-cinquanta, quando lo stile di Francesco non era ancora caratterizzato dal fare sfrangiato e vibrante già evidente nella Madonna con il Bambino e San Giovannino (fig. 4) degli anni cinquanta pubblicata dallo scrivente (Succi, Guardi. Catalogo dei dipinti e disegni inediti, Editoriale Giorgio Mondadori 2021, vol. II, n. 42).
Nella nostra composizione il carattere devozionale viene declinato nel delicato volto di Maria con un intimismo affine alla ritrattistica, teso a cogliere l'umanità della donna dai cui tratti, segnati dalla tristezza del profondo dolore del destino terreno riservatole, non impediscono di fare affiorare una delicata, sottile dolcezza. In questo si ritrova il fare così penetrante e arcano di Francesco che lo pone in stridente contrasto con lo sfavillante crepitio della "alta decorazione" del fare del fratello Gianantonio.
Databile alla fine degli anni quaranta per la scandita postura delle figure bloccate e per la materia pittorica densa e compatta, l'opera rappresenta una deliziosa e inedita aggiunta al catalogo dei dipinti di figura giovanili di Francesco.
Dario Succi