Zoran Music, acquerello su carta, "Arca di Noè", firmato, 1951
Splendida opera del famoso artista Zoran Music, firmato e datato 1951
Arca di Noè
Acquerello su carta
Collezione Privata
Misure: 35 x 50 cm.
Anton Zoran Mušič (Boccavizza, 12 febbraio 1909 – Venezia, 25 maggio 2005) è stato un pittore e incisore sloveno, esponente della nuova Scuola di Parigi.
Nato a Gorizia nel 1909, studiò all’Accademia dell’Arte di Zagabria.
La sua pittura guardò sia al secessionismo austriaco di artisti come Klimt e Schele, assorbendone l’uso del colore in equilibrio tra simbolismo e decorazione, sia all’impressionismo francese, dal quale prese i delicati passaggi tonali.
Fu uno dei grandi protagonisti della Resistenza e per questo venne internato a Dachau, dove riuscì a ritrarre in gran segreto l’orrenda vita del campo di concentramento.
Fu liberato solo nel 1945 e lavorò tra Venezia e Parigi, dove si trasferì all’inizio degli anni Cinquanta. Nel 1951 vinse il “Premio Parigi” su indicazione di altri due artisti italiani, Campigli e Severini.
Le sue tele erano evocazioni del reale intrise di ricordi ed emozioni soprattutto nei lavori della maturità, dove i riferimenti naturalistici sfumavano sempre di più in variazioni di tipo cromatico.
Zoran Music, watercolor on paper, "Noah's Ark," signed, 1951
Stunning work by renowned artist Zoran Music, signed and dated 1951
Noah's Ark
Watercolor on paper
Private Collection
Measures: 35 x 50 cm.
Anton Zoran Mušič (Boccavizza, February 12, 1909 - Venice, May 25, 2005) was a Slovenian painter and printmaker, an exponent of the New School of Paris.
Born in Gorica in 1909, he studied at the Academy of Art in Zagreb.
His painting looked both to the Austrian Secessionism of artists such as Klimt and Schele, absorbing their use of color in a balance between symbolism and decoration, and to French Impressionism, from which he took delicate tonal passages.
He was one of the great protagonists of the Resistance and for this he was interned in Dachau, where he was able to portray in great secrecy the horrific life of the concentration camp.
He was freed only in 1945 and worked between Venice and Paris, where he moved in the early 1950s. In 1951 he won the "Paris Prize" on the recommendation of two other Italian artists, Campigli and Severini.
His canvases were evocations of reality imbued with memories and emotions, especially in the works of his maturity, where naturalistic references faded more and more into chromatic variations.