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Scheda articolo 263839
Autore : Rodella
Gustavo Rodella (Roma, 15 agosto 1891 – 1937) "Maternità" olio su tela 
Epoca : Novecento

G. Rodella è soprattutto noto come incisore, una tecnica applicata principalmente per via di sottrazione e scavo, mentre si cimenta qui in una pittura materica costruita sulla sovrapposizione cromatica di spessore, dalle tinte brillanti e radiose. Poche son le sue opere dipinte conosciute; il soggetto pare particolarmente ispirato una "Maternità " che neppure la collezione di provenienza ha saputo darne ragguaglio sull'identificazione, nonostante fosse un loro diretto familiare. La datazione è da collocare tra gli anni '20\'30, da una parte ancora evidente una connotazione simbolista e dall'altra una frammentazione della luce, chiaramente più moderna. 
L'allegoria di maternità in un contesto di risveglio primaverile trova evidenti sinergie simboliche, con un bimbo ancora in posizione fetale tra i germogli appena fioriti. La figura materna volge in alto il volto in un'estasi avvolgente e coinvolgente. Una visione premonitrice come se ancora dovesse avvenire o come se quello fosse il primo istante di luce dalla quale il piccolo si ripara schermandosi con le mani, mentre la madre pare offrirsi pienamente a questa luce irradiante. Il dipinto firmato sul retro con altre iscrizioni poi velate da pennellate che non ne precludono la lettura. Dim. 100cm  compresa cornice.

 

 

 

 

Biografia [ da wikipedia]

Gustavo Rodella era figlio di Ottavio, pittore specializzato in soggetti militari, e di Angela Canonica. Dopo il fallimento della società editrice, per cui lavorava il padre, tutta la famiglia si spostò a Milano, dove Gustavo si iscrisse e si diplomò all'Accademia di Brera. Gustavo Rodella si trasferì a Roma nel 1912 e aprì uno studio in via Margutta.

Nel 1913 esordì a una mostra dell'Associazione Amatori e Cultori di belle arti e nel 1929 ottenne la cattedra di Tecniche dell'incisione all'Accademia di Belle Arti di Roma. Utilizzava varie tipologie incisorie: la xilografia, l'acquaforte, l'acquatinta, la vernice molle, la puntasecca e la litografia.[1] Fu uno dei 25 fondatori del Gruppo Romano Incisori Artisti (Gria), costituito a palazzo Venezia, a Roma, per iniziativa di Federico Hermanin. Realizzò all'acquarello figurini e ammiccanti signorine; incise vedute romane ad acquaforte o ad acquatinta, come la Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. Ha disegnato copertine per il "Giornalino della Domenica".[2] Un'altra sua incisione, popolaresca, rappresenta i preparativi per una esecuzione del boia romano Mastro Titta, a Piazza del Popolo. Incisione di taglio verista è Le Gerle, del 1909; un'acquatinta di gusto simbolista è L'Albero di villa d'Este, del 1932.[3] Prese parte a circa settanta esposizioni, tra cui la mostra Coloniale di Roma, le mostre del Bianco e Nero di Milano e di Firenze, l'Esposizione d'Arte Figurativa di Torino e mostre a New York, a Buenos Aires e a Los Angeles nel 1923, a Chicago nel 1931, a Bordeaux nel 1932, a Varsavia e a Vienna nel 1933, a Monaco di Baviera nel 1934.[1] Sua allieva è stata Valeria Vecchia.

Una serie di 32 lastre, incise con differenti tecniche, è stata donata nel 1973[4] dalla sorella dell'artista Rosalia Rondella Vichi all'Istituto Nazionale per la Grafica, che allora si chiamava Calcografia Nazionale ed era diretta da Carlo Bertelli.

 

Bibliografia

  • Cesare Ratta, Acquafortisti italiani, vol. III, tav. 73 74 75 76, Bologna, A cura e spese di Cesare Ratta, 1931, SBN IT\ICCU\LO1\0429507.
  • Luigi Servolini, Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, Milano, 1955, SBN IT\ICCU\RAV\0147593.
  • Umberto Vichi, Gustavo Rodella incisore romano, Roma, Quaderni dell'Alma Roma, 1960, SBN IT\ICCU\SBL\0424195.
  • AAVV, Gruppo Romano Incisori Artisti 1921, Roma, Fratelli Palombi Editori, 1988, SBN IT\ICCU\CFI\0094666.
  • Raffaele Nigro, Novecento a colori. Percorsi nell'arte di un secolo infinito, Bari, Progedit, 2008, SBN IT\ICCU\BA1\0047520.
 
Provincia di visione : BO (Bologna)