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Scheda articolo 329649
"Dopo il bagno" Camillo Innocenti 1909 Olio su tela cm 102 x 69 
Epoca : Primi del Novecento
Certificato di autenticità : Camillo Innocenti (Roma 1871-1961) « Dopo il bagno » Olio su tela cm 102 x 69 Firmato in basso a destra C.Innocenti Il dipinto partecipò all’Ottava Esposizione Internazionale dell’Arte della Città di Venezia del 1909. Dal 31 marzo al 12 aprile 1913, il dipinto fu esposto ad una personale dell’artista organizzata presso la galleria Bernheim-Jeune di Parigi e pubblicato nel relativo catalogo con il titolo : « Après le bain ». Camillo Innocenti (Roma 1871-1961) Camillo Innocenti nacque a Roma il 14 giugno 1871. Solo dopo il completamento degli studi classici al liceo E.Q.Visconti,nel 1887, il padre, agiato architetto, assecondò la sua vocazione artistica , affidandolo al pittore L.Seitz, amico di famiglia. Quest’ultimo lo sollecitò alla copia degli antichi maestri e lo tenne due anni come suo assistente agli affreschi della galleria dei Candelabri nel Museo Pio Clementino e in S.Maria dell’Anima. Intorno al 1889-1890, l’Innocenti entrò in contatto con D.Morelli e instaurò una duratura amicizia con A.Mancini, entusiasmandosi per l’uso del colore a grumi, steso a larghe spatolate, del maestro napoletano. Nel 1893 esordì alla mostra romana della Società degli amatori e cultori con una « Maschera », ora dispersa. L’anno seguente vinse il premio della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon con « Cristo nel deserto », una sorta di omaggio a Morelli. Partecipò inoltre alla Grosse Kunstausstellung di Berlino (dove tornò nel 1896) e soggiornò a Venezia come attestano due Vedute del canal grande esposte alla mostra degli amatori e cultori del 1895. Nel 1898 l’Innocenti a Chioggia dove dipinse le « Buranelle » (Ascoli Piceno : Museo comunale), conobbe E.Tito, da cui trasse l’esempio di una pennellata più luminosa e leggera. Nello stesso anno vinse il Pensionato nazionale al Concorso dell’Accademia di Belle Arti di Roma con il quadro « Il giuramento di Pontida » (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Nel 1901,alla fine del quadriennio di studi in accademia, compì il viaggio d’istruzione all’estero, previsto dal pensionato, in Spagna, studiando assiduamente D.Velasquez al Prado. Durante il viaggio si interessò anche agli aspetti della vita popolare e ne tornò con una serie di quadri « Impressioni di Spagna » presentati nel 1902 alla mostra degli amatori e cultori. Sempre nel 1902 espose la « Sacra Famiglia » al Salon des Artistes Français ricevendo una menzione d’onore. L’anno successivo esordì alla Biennale di Venezia con « Ritratto di Amalia Besso » e « La prima luce e il lavoratore della terra », quadri in cui mostrò una prima adesione al divisionismo. Nel 1904 vinse una medaglia d’oro all’Esposizione Mondiale di Saint Louis con il soggetto rusticano « Canzone ciociara » che, riproposto nel 1906 agli Amatori e Cultori, gli valse anche il Premio di Roma. Sempre nel 1904 un altro bozzetto ciociaro « Bambina che ascolta le favole » esposto a Senigallia, ricevette la medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione. Lo stesso anno soggiornò a Roccaraso, in Abruzzo, alla ricerca di nuove scene di vita contadina. Due di queste furono presentate alla Biennale di Venezia del 1905 : « In piazza » e « Sui monti d’Abruzzo » che vinse la medaglia d’oro. La Biennale del 1909 fu la sua consacrazione. L’Innocenti ebbe una personale di venti quadri , definiti, « serie delle armonie di colori » (Labbati ) tra i quali figurò il dipinto qui descritto con il titolo : « Dopo il bagno » Nel catalogo della Biennale , Ugo Ojetti scrisse : Il grande successo di tutta la serie dei « Costumi di Scanno » a Venezia nel 1905 e a Milano nel 1906 gli mostrò ch’egli era finalmente sulla buona via. E appena tornato a Roma nella tranquillità del suo studio bianco, egli cominciò a dipingere in una gamma più quieta i suoi delicatissimi « interni », scene di una soave intimità femminile, armonie di bianco e di grigio e di avorio e d’azzurro. A Venezia nel 1907 apparvero questi quadri, furono venduti tutti, lodati tutti e, dopo pochi mesi, imitati da molti. (Opere esposte alla Biennale del 1907 : « Il gioiello », « Alla toeletta », « Zampetta malata » (Udine, Museo civico) In questi due anni il progresso dell’Innocenti è stato continuo. Nei quadri all’aria aperta la fusione dei colori nella luce ambiente è arrivata ad una sapienza d’orchestrazione e ad una semplicità d’esecuzione magistrali ; in quelli d’interno la sua tecnica appare anche più meditata e la sobrietà con cui egli vela di colore la prima costruzione delle forme in bruno e intona tutta la scena sopra un solo punto chiaro o scuro come un accompagnamento intorno a un canto, rammenta davvero la sobrietà di quei primitivi che il suo maestro gli proponeva ad esempio negli anni lontani. « Dei giovani venuti in fama dopo il 1895 cioè dopo la prima mostra veneziana, egli è il primo cui l’esposizione abbia concesso l’onore di una « mostra personale ». Camillo Innocenti sa il peso e il pregio di questo onore » Egli espose accanto a Besnard ed a Zorn, a Kroyer ed a Stuck, a Claus , a Tito ed a Guglielmo Ciardi pur essendo di tutti costoro di parecchi anni più giovane. L’Innocenti, che il 20 aprile 1908 si era sposato a Roma con Ida Cittadini, raggiunse intorno al 1910 il vertice del successo, apprezzato dall’alta società, dal mercato internazionale e sempre più inserito nel sistema ufficiale dell’arte. Già membro della commissione italiana all’Esposizione Universale di Bruxelles del 1910 dove egli stesso ottenne una medaglia d’oro per « Donna che si pettina », nel 1911 venne nominato accademico di S.Luca e « Sociétaire du Salon d’Automne ». Fu inoltre commissario dell’Esposizione Internazionale di Roma del medesimo anno dove espose otto quadri influenzati da un soggiorno parigino dei mesi precedenti, tra cui il boldiniano gruppo femminile « Di notte al Bois de Boulogne », un raro ritratto « Sera d’estate » e il riuscito piccolo racconto « In ritardo », il suo capolavoro (questi ultimi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma). A proposito della sua presenza a Parigi del 1911,egli vi si trovava proprio allorché,in maggio,si tenne la « prima » del « Martyre de Saint Sébastien »,il mistero di D’Annunzio e Debussy, che costituì uno dei maggiori avvenimenti artistici e mondani dell’epoca. In quell’occasione conobbe appunto D’Annunzio ed Ida Rubinstein, ch’era l’interprete dell’opera. A Parigi frequentò vari artisti : Boldini, Cappiello, Besnard, Bonnat, Gérôme, Zuloaga e fece amicizia con Anglada , entrambi attratti da una soggettistica elegante , da lui apprese il gusto per le visioni notturne di caffè e locali alla moda illuminati elettricamente, così che le tinte presero un tono più mettallico e il contrasto luministico divenne più accentuato. Sempre nel 1911, il suo studio fu uno dei luoghi di dibattito in cui maturò la frattura degli artisti moderni dalla Società degli amatori e cultori e quando nel gennaio 1912 fu costituita la Secessione Romana, egli fu eletto membro del consiglio direttivo. Fra il 1912 e il 1913, l’Innocenti tornò a Parigi dove si stabilì in Avenue des Ternes. Dal 31 marzo al 12 aprile 1913, egli espose trentasei quadri nell’ambito di una mostra da Bernheim-Jeune, la galleria che in febbraio lanciò i futuristi e che due anni dopo prestò la sua raccolta di Cézanne e Matisse per la seconda Secessione Romana. Come lo dimostra la pubblicazione nel catalogo della mostra (in allegato) , il dipinto qui descritto figurò in questa importante personale dell’artista. Alla Secessione del 1914 ebbe una personale con diciannove quadri recenti in cui ripercorreva i soliti temi mondani dei salotti e della sensualità femminile, in una tecnica pittorica di divisionismo sgranato in tasselli, cromaticamente molto acceso, il cui vertice è « La Sultana » (Roma, Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea). Nel 1915, prese parte alla Mostra Italiana della Panama Pacific Exhibition di San Francisco riportandone una Medaglia d’Onore. Al termine della guerra, alcuni suoi quadri furono esposti alla Kunsthaus di Zurigo e, segno del favore di cui godevano ancora, essi portavano i prezzi più alti della mostra , più alti dello stesso Previati. Nel 1923, allestì una personale al Circolo Italiano di Alessandria d’Egitto ed ebbe una sala personale alla II Biennale Romana dove espose tredici opere ispirate al viaggio africano. Dopo un soggiorno in Egitto (Cairo) durato quindici anni , nel 1940 tornò in patria ma la guerra e i conseguenti cambiamenti storici e sociali avevano cancellato il mondo di cui egli era stato interprete. Nonostante tre mostre personali, a Rimini nel 1945 e a Roma nel 1954 e 1957, l’Innocenti sopravvisse in difficili condizioni economiche. Nel 1959, pubblicò a Roma il volume autobiografico « Ricordi d’arte e di vita » L’Innocenti morì a Roma il 4 gennaio 1961. Opere esposte nei seguenti musei : Roma : Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Galleria comunale d’arte moderna,Galleria Nazionale dell’Acccademia di San Luca ; Ascoli Piceno (Pinacoteca civica) ; Palermo : (Galleria d’Arte Moderna) ; Piacenza (Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi) ; Cagliari (Galleria comunale d’Arte di Cagliari) Descrizione : In questa scena d’interno,d’una soave intimità femminile,Innocenti raffigura una giovane donna di spalle, che in piedi davanti ad uno specchio, si pettina. Il tema della donna intenta a svolgere la sua “toilette “ viene spesso affrontato dall’artista perché come pittore e poeta della grazia femminile , egli vede la bellezza in ogni aspetto della donna. Ed è proprio per questo suo desiderio di trasfondere sulla tela l’impressione di grazia che spesso i quadri di Innocenti possono apparire non del tutto finiti per quanto riguarda il disegno. Infatti tutta l’attenzione del pittore era rivolta a rendere uno speciale atteggiamento di quell’eleganza , di cui s’è fatto illustratore, e resa questa, il resto non gli sembrava che un accessorio, non certo da trascurare ma da mettere, pensatamente, in luce meno viva e meno marcata. Questo ritratto privato, che pare un’istantanea della vita quotidiana impregnata di verità, ricorda le parole di Baudelaire: “Pour tant aimer la beauté générale , qui est exprimée par les poètes et les artistes classiques, on n’en a pas moins tort de négliger la beauté particulière, la beauté de circonstance et le trait de mœurs.” Charles Baudelaire : “Le peintre de la vie moderne” L’opera è costruita prevalentemente sui bianchi madreperlacei e sulle tinte pastello nei colori azzurro e rosa, dando l’impressione di una pittura tonale dai colori moderni “francesi”. Un passaggio colpisce in modo particolare: la luce produce un bagliore giallo-oro che si intensifica sul contorno delle finestre e su qualche dettaglio come le maniglie dei cassetti del mobile. Tale effetto di luce brilla quietamente sui metalli, restituisce la trasparenza degli indumenti indossati dalla giovane e soffonde di dolcezza i suoi gesti. Nella ricerca dell’armonia delle luci riflesse straordinariamente vibranti, svolgono un ruolo importante l’ampiezza delle pennellate e la variazione delle loro direzioni. Sebbene la fanciulla sia raffigurata “en déshabillé” mentre compie una banale azione quotidiana , l’artista riesce a rendere tutta l’eleganza e la poesia che spira dalla sua persona. Come ben disse G.Mourey nella presentazione di una mostra di Camillo Innocenti: “Tutto ciò che nella donna c’è di misterioso, di fragile, di mutevole, di appassionato e anche di artificioso, trova in lui un interprete istintivamente sincero e un delicatissimo idealizzatore. Egli ama le combinazioni ardite, le armonie complesse, gli accordi raffinati delle mezze tinte e dei toni; egli eccelle nel notare le sensazioni visuali preziose e impreviste e ha delle magnifiche audacie per fissare gli effetti di luce più sottili e più eccezionali per tradurre la passeggera seduzione. » Bibliografia : Comanducci : I pittori Italiani dell’ottocento. Ed. Artisti d’Italia Milano 1934 « Camillo Innocenti » Teresa Fiori Ed. De Luca Roma « Dictionnaire des peintres sculpteurs dessinateurs et graveurs » E. Benezit « Emporium » V.Pica Giugno 1909 Vol. XXIX  
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