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Scheda articolo 330536
La strage degli innocenti. 
Epoca : Seicento

Francesco Villamena
(Assisi 1564 - Roma 1624)

La strage degli innocenti. 

Bulino
misure: mm 276 x 428

Pittore, disegnatore e incisore italiano. Si trasferì a Roma nel 1590 dove divenne allievo di Cornelis Cort, e in seguito lavorò con Agostino Carracci. Fu un abile incisore a bulino; realizzò sia incisioni di invenzione che di traduzione da opere di Raffaello, Caliari, Barocci, Muziano, Giulio Romano e altri, caratterizzate da un segno netto, vigoroso, pulito, ma spesso piuttosto crudo. Oltre a soggetti storici e religiosi, eseguì dei ritratti, tra cui ricordiamo una serie di figure di genere (Roma, Gab. N. Stampe). Nel 1594 eseguì una serie di incisioni che illustravano scene dalla Vita di San Francesco. La sua opera comprende all'incirca mille lastre.

Questa stampa riprende, nello stesso verso, la celebre versione incisa da Marcantonio Raimondi nel 1511-1512 riproducendone anche il monogramma. L'incisione ebbe un'immediato successo tanto che lo stesso Raimondi ne incise una seconda versione nel 1513-15 per ovviare alla forte richiesta di mercato; se ne conoscono anche copie di Agostino Veneziano, Ugo da carpi, Giovanni Battista de Cavalieri e Michele Lucchesi. La composizione deriva, per la sola scena animata, da un disegno di Raffaello; il paesaggio è stato inserito da Raimondi ricavandolo da un disegno di Giuliano da Sangallo. Dell'invenzione raffaellesca restano alcune versioni più o meno complete: due disegni delle figure principali si conservano a Londra, British Museum, uno a Windsor Castle, due presso l'Albertina di Vienna e uno a Budapest. La drammaticità e il pathos nella composizione sono ottenuti mediante un intenso chiaroscuro, un'atmosfera grigio-argentea che avvolge i personaggi. Lo spettatore è attratto dal tumulto, dal caos ordinato e dalla plasticità dei corpi. Tutto è descritto nei minimi dettagli: bambini riversi a terra, madri in urla strazianti, soldati dai corpi classicheggianti che impugnano le loro spade. Sullo sfondo veduta del ponte Fabricio, o Quattro Capi, a Roma, ramo sinistro del Tevere, costruito nel 62 a.c. è ancora in funzione e collega L'Isola Tiberina con la zona del Ghetto. Sul piedistallo del ponte a sinistra "RAPHA / URBI / INVEN/ MAF".

Impressione eccellente su carta vergellata con filigrana "corno da caccia" (simile a: Briquet n. 7834, Roma, 1470 e a Briquet 7855, su un disegno di Raffaello oggi presso gli Uffizi INV. 515E). Minime tracce di manipolazione lungo il margine superiore.

Ottimo stato di conservazione. Rifilata alla battuta del rame. Stato Unico.

Bibliografia: Bartsch, XIV,20.; Passavant, VI, p.12, n.9; Massari Raphael Invenit, p. 172, VI, 7

 
Provincia di visione : MI (Milano)