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Faustini Marco Antichità
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Scheda articolo 378664
Autore : Ettore Fagiuoli
San Fermo - Ettore Fagiuoli 
Epoca : Primi del Novecento

L’opera di Giuseppe Fagiuoli raffigura il lato nord della Chiesa di San Fermo a Verona, con un'attenzione particolare alla precisione architettonica e al dettaglio.

La Chiesa dei Santi Fermo e Rustico, conosciuta comunemente come Chiesa di San Fermo Maggiore, è un luogo di culto cattolico situato nel cuore del centro storico di Verona. Essa costituisce una parrocchia nell'ambito del vicariato di Verona Centro, appartenente alla diocesi omonima.

Il complesso sacro si distingue per la sua storia articolata e affascinante, caratterizzata da tre fasi distintive nel corso dei secoli. Le fondamenta conservano tracce di una chiesa forse risalente al V secolo, un'epoca nota per il fervente culto dedicato ai martiri, a cui la chiesa è devota. La chiesa inferiore, di tradizione benedettina, mantiene un'atmosfera suggestiva grazie all'alternarsi di ampie zone d'ombra e di spazi illuminati da una luce soffusa proveniente da piccole feritoie verticali. Questo design crea condizioni ideali per la meditazione e la riflessione, tipiche del periodo romanico.

La chiesa superiore, invece, segue lo stile francescano ed è concepita come un ampio spazio ad aula, progettato per accogliere grandi assemblee di fedeli. Originariamente caratterizzata da una sobrietà tipica del modo di vivere dei frati, nel corso del tempo ha subito diverse trasformazioni e aggiunte. Nonostante ciò, conserva ancora il suo fascino e la sua importanza spirituale, riflettendo le diverse epoche e le varie influenze che hanno plasmato il complesso religioso nel corso dei secoli.

Ettore Fagiuoli (Verona, 3 settembre 1884 – Verona, 19 marzo 1961) è stato un architetto e scenografo italiano celebre per le sue opere a Verona e provincia oltre che per le sue scenografie per la stagione del festival lirico dell’Arena.

Fagiuoli si laurea in architettura nel 1908 al politecnico di Milano e dopo aver frequentato il biennio di architettura a Padova e aver frequentato l'Accademia di belle arti di Brera lavorò prima nello studio paterno e in un secondo momento in quello gestito da L. Broggi e C. Nava, il cui stile si rifaceva a quello di Camillo Boito. Nel 1911 torna a Verona, iniziando a collaborare con la soprintendenza ai Monumenti di Verona, Mantova e Cremona e a realizzare incisioni ispirate alle vedute veronesi.

A Verona è impegnato nella costruzione di numerosi villini signorili nell'area di Borgo Trento. Incline allo stile liberty nei suoi lavori si intravede anche uno stile neo-medioevalista e neo-quattrocentesco. Nel 1913 inizia l'attività di scenografo allestendo le scene di Aida (in scena per la prima volta all'Arena di Verona in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi), attività che lo porterà a firmare ben 37 scenografie, fino al 1958.

Tra il 1922-26, Ettore Fagiuoli progetta il nuovo Palazzo delle Poste in stile ispirato al manierismo e all'architettura barocca nell'area ricavata dall'abbattimento di alcune case. Sempre a Verona, nel 1924 progetta una ristrutturazione per l'area del Ghetto di Verona e per quella del Filarmonico (Teatro Filarmonico di Verona e Museo lapidario Maffeiano), nel 1925 vince il concorso nazionale per la costruzione del Ponte della Vittoria. Sotto la direzione di Ferdinando Forlati e di Antonio Avena, nel 1925 inizia i lavori di restauro di Castelvecchio.

Tra il 1926 e il 1928 a più riprese elaborò progetti per il Palazzo del Capitaniato in Vicenza per il quale ideò di aggiungere o un edificio porticato ispirato allo stile palladiano o due campate, senza che alcuno dei due progetti fosse realizzato.

Abbandona Verona durante la Seconda Guerra Mondiale, rifugiandosi a Genova ospite dell'ingegner Invernizzi, con il quale aveva già avuto modo di collaborare. Nel capoluogo ligure realizza varie acqueforti ispirate alle vedute genovesi, disperse a causa dei bombardamenti che interessarono la città.  Acqueforti dell’architetto sono state espone più volte: nel 1916 alla londinese Associazione italiana degli acquafortisti, nel 1921 alla prima Biennale di Roma e nel 1922 e nel 1930 alla Biennale di Venezia. 170 acqueforti saranno poi ristampate ed esposte nel 1981 nella Casa di Giulietta assieme ad altri bozzetti per scenografie. Altri bozzetti sono presenti all'AMO di Verona.

L'opera misura circa 66 cm H e 40 cm L con cornice.

Per ulteriori informazioni non esitate a contattarmi anche tramite telefono o Whatsapp al 349.7714423. Posso mandare ulteriori fotografie ed un breve video che aiuterà a meglio comprendere le caratteristiche.

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