Centrotavola a conchiglia di maiolica azzurra
Faenza, Fabbrica Ferniani, primo periodo (1693-1776), 1700 circa
cm 14 x cm 37,4 X cm 35. Peso: kg 1,894
stato di conservazione: restauro mimetico sul fronte e conservativo sul retro, scarse le integrazioni.
La fabbrica dei Conti Ferniani è ritenuta la più antica e più longeva manifattura della regione emiliano-romagnola: rimasta attiva per due secoli ha assunto un ruolo guida per le produzioni faentine, tanto da divenire nel corso del Settecento e nel periodo successivo simbolo di “inscindibile e straordinario binomio Faenza-Ferniani” (Ravanelli Guidotti, Carmen, a cura di, La Fabbrica Ferniani. Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009, p. 19).
Il centrotavola in maiolica costituisce un raro esempio del perdurare della moda dei “Bianchi” faentini nel corso del XVIII secolo: si tratta della decorazione nota come “compendiaria maniera”, una tipologia tipicamente cinquecentesca che determinò un vero e proprio cambio del gusto nella produzione di maioliche attraverso l’uso di pochi colori (giallo, blu e bruno) nella realizzazione dei decori.
La forma a conchiglia, con scanalature a ventaglio, bordo ondulato e base ornata da volute, deriva anch’essa dalle produzioni più antiche e, in questo esemplare, è decorata da un semplice motivo denominato in manifattura come “a peducci”, su un fondo a smalto azzurrato, già in nuce nei motivi “a merletto” nelle maioliche seicentesche. Alcuni esempi di questo decoro sono pubblicati in Ravanelli Guidotti, Carmen, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp. 553-565, tutti databili agli inizi del secolo.
Il decoro, che si concentra solo lungo l’orlo, è volutamente utilizzato per esaltare la forma dell’oggetto. Un confronto indicativo è pubblicato in S. Levy, Maioliche romagnole, marchigiane, toscane; Maiolica italiana del XVIII, Milano 1970, tav. 178.
Sono noti alcuni esemplari con decorazioni differenti tra i quali si ricordano esemplari compendiari con emblemi o opere dal decoro più complesso come la splendida conchiglia transitata sul mercato antiquario e decorata a policromia dal pittore del 1740 (Ravanelli Guidotti Carmen”, a cura op. cit., p. 165, n. 5).